Un po’ di storia… Ucraina

🛑 Qualcuno se la ricorda la strage di Odessa, cioè il massacro avvenuto il 2 maggio 2014 presso la Casa dei Sindacati in piazza Euromaidan?
In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone
Sapete che nel Donbass, ad oggi, sono state ammazzate circa 15.000 persone, tra cui donne e bambini?

Perché questa guerra è nata proprio nel 2014, quando in Ucraina fu compiuto un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti (Biden vicepresidente e Hillary Clinton segretario di Stato) che esautorarono il Presidente ucraino filo-russo Janukovyč (rifugiato a Mosca), presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo-americano.
Dopo il colpo di stato, il nuovo governo emanò delle leggi anti russe.
Sappiamo che l’Ucraina è un paese notoriamente diviso in due, a ovest ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad est e in Crimea la popolazione è russa.
Fu così che la Russia con un colpo di mano si riprese la Crimea senza sparare un colpo (perché in quella penisola il 90% della popolazione è russa e fu inoltre condotto un referendum sull’autodeterminazione).
Mentre nelle altre province nazionaliste furono compiute persecuzioni (multe a chi parlava in russo, sparatorie a chi pregava in russo).
I dati OSCE parlano di 15.000 morti fra civili e militari nel Donbass in 7 anni.
Nel 2014 ci fu la strage di Odessa, ma le TV ne parlarono poco, perché forse in quegli anni c’erano altre priorità culturali, tipo il Grande Fratello o Uomini e Donne.
Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbass, ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
La strage fu principalmente condotta per opera del battaglione “Azov”, cioè un reparto militare ucraino neonazista con compiti militari e di polizia, inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass.
Il reparto è divenuto famoso a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura.

Nel 2017 fu eletto Trump e l’Ucraina rimase da sola, a lui non interessava.
Ci fu un “cessate il fuoco” e furono intrapresi gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale.
Arriviamo così all’elezione di Biden nel 2021, il quale appena eletto affermò subito che Putin era un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare.
Interessante notare che il figlio di Biden, Hunter, possiede diversi gasdotti in Ucraina per un giro di affari milionari.
Biden ha chiesto subito l’ingresso nella Nato dell’Ucraina: inaccettabile per la Russia.
Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca, oltre che su Pechino (infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi).
Da dicembre è così iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra.
L’attuale presidente Zelensky è stato incoraggiato a bombardare di nuovo il Donbass per riprenderselo con la promessa americana di un aiuto militare.
Lui ci è cascato.
Così la Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati.
Nessuno voleva trattare, ma ribadivano che l’Ucraina avesse il diritto di entrare nella Nato.
La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e renderla uno stato cuscinetto, un po’ come la Svizzera, per il transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Poche sere fa, un lucidissimo Romano Prodi, ha ricordato invece a uno smemoratissimo Formigli che l’UE non volle far entrare appositamente l’Ucraina e la Georgia nell’Europa proprio per garantire uno spazio cuscinetto come più recentemente richiesto da Putin.

Va aggiunto che gli USA in questi anni hanno collocato in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo.
Dunque una minaccia non solo di missili.
E qui sarebbe molto interessante capire il ruolo dell’attuale pandemia e lo strano silenzioso ruolo di Russia e Cina (ma poi finirebbero per darci dei complottisti).

A questo punto non è difficile capire (il che non significa necessariamente comprendere ed essere d’accordo) la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone dopo i massacri sottaciuti di questi anni.

Peccato che in questi giorni tutta questa fetta importante di storia non sia menzionata e, anzi, pare che i media facciano a gara per mostrare immagini e notizie non veritiere.
Del resto la propaganda è sempre stata un’arma fondamentale in ogni guerra, no?

R. Humber