Fiori di Luce – prefazione

Prefazione a cura di Elena Quidello

 

Bello e invitante il libro Fiori di Luce di questa scrittrice il cui stile narrativo agevole e ben articolato nelle descrizioni di situazioni e personaggi non è mai appesantito da lunghi monologhi. Al contrario, l’autrice interrompe le riflessioni e i ritratti psicologici dei suoi personaggi con dialoghi e intermezzi naturalistici così da rendere reale e viva la partecipazione del lettore alle vicende che si dipanano come in una fiction televisiva. Certamente uno stile personale e inconfondibile dove ogni parola proietta una immagine che, con gli occhi della mente, sembra animarsi nitida e viva.

Parole, precise, pertinenti e cariche di un potere connotativo che, in armonia con i ritratti psicologici dei protagonisti, risolvono sempre la loro “melodica espressione” in un accordo tonale.

Uno stile impeccabile e giovanile dunque, per una narrazione essenziale dove gli elementi naturali partecipano attivamente agli accadimenti, quasi a voler rafforzare ancor più i legami tra l’uomo e la natura.

Grazie alla sua capacità di immedesimazione e di percezione, l’autrice riesce a fare sue tutte le esperienze dei protagonisti fondendole in Una sola grande esperienza umana senza tempo né luogo.

Il lettore, come ha già fatto la scrivente, può indugiare piacevolmente sulle descrizioni trasportato dalla musica delle parole, potenti evocatrici di ricordi e di sensazioni che la scrittrice alterna a razionalità e analisi.

Il libro narra di giovani vite che si incontrano casualmente ma le cui storie personali apparentemente isolate e lontane, sembrano collocarsi, come guidate da una Mente Superiore che tutto sa e tutto dispone, nelle caselle di un puzzle, secondo un disegno predefinito che lentamente rivela ai protagonisti i segreti nascosti di una Provvidenza amica e presente.

I giovani subiscono inspiegabilmente e inconsapevolmente in parallelo una trasformazione in positivo dei loro conflitti interiori e delle loro inquietudini immersi nella tranquillità di una vacanza estiva su un’isola dove il tocco magico della luce rigenera e rassicura gli animi.

Discreta protagonista è infatti la luce, mezzo immateriale che invade con la sua penetrante e impalpabile magia la coscienza dei giovani per illuminare gli angoli bui della incomprensione, della intolleranza, della paura. Tutto si risolve con e nella luce: quando questa apre improvvisa la mente dei protagonisti, il piccolo o grande miracolo quotidiano si compie e la realtà assume contorni nuovi, profumi intensi, e sensazioni di profondo rilassamento.

Le rose di Chiara nella casa che ospita i giovani vacanzieri diventano, infatti, presenza viva alla cui emblematica fragranza l’autrice assegna un ruolo di occulto e benefico protagonismo.

Brava l’autrice nel cogliere le sottili e profonde verità psicologiche dei personaggi che si muovono in sintonia con la vita della natura della quale, ella, con squisita perizia descrittiva, riesce a tradurne la bellezza utilizzando altresì, un vocabolario spontaneo, qualitativamente ricco e appropriato alla varietà delle emozioni e alle diverse mutazioni di colori che la natura stessa offre nelle diverse ore del giorno.

Incantevoli descrizioni che accomunano il lettore al sentire stesso della scrittrice che dall’analisi e dalla riflessione fa emergere una realtà vibrante e concreta, niente affatto irreale, ma verosimile e riproducibile nella quotidianità trasformando così la sua narrazione in un profondo atto d’amore verso la vita.

In tutta la narrazione aleggia una serenità che traspare dalle conversazioni equilibrate e pacate dei personaggi, mai turbati da emozioni violente, anche quando il dramma piomba improvviso su alcuni protagonisti, bensì dominate dalla forza rigeneratrice dell’ambiente come se quest’ultimo con i suoi profumi, la sua vegetazione rigogliosa, ed il suo scintillante mare, si fosse protesa in un abbraccio francescano per smorzare le paure e i conflitti interiori che si agitano e si alternano nell’animo degli stessi.

Un libro dunque che si legge con la curiosità di scoprire cosa accade dopo, ma soprattutto con il piacere di gustare e di ascoltare la musica interiore delle parole.

 

Elena Quidello

Docente lingua inglese e freelance journalist